“Forse alle stelle piace giocare a nascondino?” - si chiedeva, mentre era già sotto le coperte. Poi chiuse gli occhi e cominciò a sognare. Sognò che le stelle erano tristi perché quella notte non riuscivano a vedere che cosa succedeva sulla Terra. Le stelle si divertivano a guardare le luci delle case che ogni sera si accendevano, e che poi si spegnevano, quando arrivava la notte. Ammiravano la luna che si rifletteva pallida nelle acque dei laghi, dei fiumi e dei mari.
Prima di lasciarsi cullare dal calore del suo lettino, Emanuele chiedeva alla mamma di prenderlo in braccio e di portarlo vicino alla finestra. Voleva guardare le stelle che brillavano nel cielo, quando ormai era quasi notte ed era già buio. Le stelle in cielo non erano tutte uguali e non sembravano sempre le stesse.
Quella notte le stelle non stavano giocando a nascondino. Le nuvole avevano coperto tutto il cielo. Non erano nubi cariche di pioggia, ma nuvole di polvere scura e di smog. “Gli uomini stanno inquinando la Terra e noi stelle non possiamo più ammirare la bellezza della natura, dei fiori, degli alberi, delle montagne e degli animali” - aveva detto la stella più grande e brillante a Emanuele, durante il sogno. La notte era quasi finita. Il sole sarebbe sorto poco dopo. Emanuele stava per svegliarsi.  Allora la stella decise di fargli una promessa: “Anche quando il cielo sarà coperto dalle nuvole e dallo smog, riuscirai a vedermi dalla finestra, perché chiederò aiuto al sole, che mi illuminerà come fa con la luna. Così potrai addormentarti tranquillo e felice”. La stella chiese a Emanuele di fare una promessa a sua volta: “Promettimi che continuerai ogni sera a cercarmi nel buio e che, quando sarai grande, ti ricorderai di me e ti impegnerai per proteggere la natura, il cielo e tutta la Terra”. 
Marta Albè
Una sera la mamma lo aveva portato, come sempre, vicino alle finestra per guardare le stelle. Emanuele le cercò oltre il vetro, poi chiese alla mamma di aprire la finestra. Provò a guardare meglio, ma non c’erano dubbi: le stelle erano scomparse dal cielo. Emanuele non ne vedeva più nemmeno una.  “Dove sono finite le stelle questa sera?” - chiese alla mamma, molto preoccupato. “Si sono nascoste dietro le nuvole” - rispose lei. Emanuele ascoltava sempre le parole della mamma. Era un bambino molto ubbidiente. Ma non riusciva proprio a credere che tutte le stelle fossero sparite all’improvviso. 
Nelle sere più belle, Emanuele riusciva a vedere una stella che risplendeva più delle altre. Era la più grande e luminosa di tutte. La sua luce era bianca e limpida. Assomigliava a uno di quei fari che nella notte guidano le barche mentre navigano sul mare.  Le stelle del cielo sembravano così tante che per Emanuele era impossibile contarle tutte. 
Ogni sera, prima di andare a dormire, Emanuele ascoltava una delle storie che la mamma gli raccontava. Erano storie divertenti, che lo aiutavano a riposare meglio e a fare tanti bei sogni.  Le storie parlavano di gnomi, di foreste incantate, di castelli meravigliosi, di principi e principesse che vivevano in un paese molto lontano
di Marta Albè
A volte riusciva a contare fino a 5, altre volte fino a 10, ma le stelle dovevano essere molte di più. Allora Emanuele decise di imparare subito a contare fino a 100, e poi fino a 1000, per scoprire quante stelle ci fossero davvero nel cielo. Voleva dare un nome a ognuna di loro: Fiocco, Piumetta, Brillantina…